Ci avviciniamo a questa giornata ricordata in molti paesi del mondo come una giornata di presa di consapevolezza della condizione umana nella società moderna e industrializzata.
Il lavoro sarà ricordato in tutte le sue forme, in questi giorni, con eventi, film, concerti: la nostra escursione, invece, propone una serie di interventi in merito a quel lavoro al limite che è il lavoro "precario" e mai come in questo periodo di salute pubblica esso ha nome più appropriato.
Il lavoro: questa condizione a cui sempre l'uomo, nel corso dei secoli, ma specialmente l'uomo moderno, deve sottostare per il proprio sostentamento e per lo sviluppo della società.
Una testimonianza dell'importanza del lavoro ci viene dai Fratelli Lumière, inventori del cinema, in uno dei loro primi "girati": La Sortie de l'Usine Lumière à Lyon.
Ma negli anni Settanta, in Italia, anche la letteratura assume dei tratti "industriali", si interessa del lavoro, della catena, ne parla e ne tratta: a portare queste tematiche anche di fronte a un'ampia platea sono opere come La chiave a stella, di Primo Levi o, prendendo anche un esempio dal cinema La Classe Operaia Va In Paradisodi Elio Petri, con Gian Maria Volonté e Mariangela Melato.
Ma è arrivando ai giorni nostri che il posto precario, non più fisso, crea una nuova generazione di lavoratori: nell'intervista che vi proponiamo Michela Murgia parla del precariato commentando il film di Paolo Virzì "Tutta la vita davanti" tratto da un suo romanzo, "Il mondo deve sapere": la cronaca di un mese di lavoro a un call center per cercare appuntamenti di presentazione di un elettrodomestico da vendere. Graffiante e tenero insieme: fa ridere e fa pensare.
Un'altra prospettiva, è offerta da un altro film interessante: L'Intrepido di Gianni Amelio, con Antonio Albanese, in cui il precariato è raccontato attraverso una voce differente rispetto al film di Virzì.
E continuiamo il racconto attraverso i film passando per un altro romanzo: Generazione mille euro, di Antonio Incorvaia, da cui il regista Massimo Venier ha tratto il film Generazione 1000 euro: quattro giovani coabitano a Milano, e ciascuno impegnato nella lotta per un lavoro che è sempre precario; poi ancora Il vangelo secondo Precario, di Stefano Obino: quattro storie di difficoltà quotidiane, e un santo patrono all'altezza della situazione: San Precario; e infine Fuga dal call center, di Federico Rizzoin cui l'incertezza del futuro può minare la serenità della vita di una giovane coppia.
Vogliamo concludere e salutarci con due poesie di Valerio Magrelli, a cui vi lasciamo: